Grimm è la fiaba. La favola per accezione. La fola intesa come materia che rivela l’anima di un popolo. Fiaba come transizione infantile verso l’età adulta. Fiaba come polmone d’acciaio per sopportare, da cresciuti, una quotidianità più affilata delle unghie di qualunque matrigna. Fiabe per nonni e nipoti, ognuno con il proprio bagaglio di desideri, aspettative e frustrazioni pronte a spiccare il volo verso una materializzazione dei bisogni. Che non sempre avviene. Perché le nostre giornate non sono scritte dai fratelli Grimm. Non hanno lieto fine. Non ci sono artifici abusati e fazioni manichee: buoni da una parte, cattivi dall’altra. Ci siamo noi. Fratturati. Ribaltati. Senza sconti. Grimmless. Senza Grimm, appunto. Il volume - che comprende il testo integrale dello spettacolo - è corredato da un saggio introduttivo del critico Oliviero Ponte di Pino e da una postfazione/intervista a cura della studiosa di teatro contemporaneo Anna Maria Monteverdi.